Ore 6 e 30; le moto sono cariche, ben lubrificate e pronte per la tirata fino alla
Svizzera... Intorno alle 7 e 30 decidiamo di uscire dall'autostrada per raggiungere
Bologna attraverso il passo della Futa (903 metri)... un piccolo assaggio
rispetto ai mastodontici valichi che ci attendono più a nord.
Fa un caldo micidiale e, a Reggio, decidiamo di fermarci per mangiare. L'afa della
Pianura Padana è insopportabile; viaggiamo in autostrada in maglietta a maniche corte.
Arriviamo a Milano... Percorriamo in senso orario un bel tratto della tangenziale per
poi imboccare la A8 in direzione Lago Maggiore. Passiamo Domodossola e, prima di
affrontare il Passo del Sempione, ci fermiamo a Varzo, un piccolo paesino alpino dove
ci riposiamo un'oretta e tonifichiamo i nostri piedi immergendoli nelle gelide acque
montane.
Sono le 5 e mezzo del pomeriggio e iniziamo a salire; dopo pochi chilometri
raggiungiamo la dogana italo svizzera; il doganiere svizzero ferma Ale e si
informa sul tragitto che intendiamo fare e su dove dormiremo... (curiosi 'sti
svizzeri). Figuriamoci... non avendo la più pallida idea di dove saremmo andati
a sbattere il capo, Ale improvvisa e tira giù un paio di località a caso, tipo
Interlaken e St. Moritz.
Il paesaggio svizzero è veramente incantevole; prati e pascoli verdissimi,
paesini tenuti con una cura maniacale, fiori a tutte le finestre delle case...
Dopo un breve riposino valichiamo il passo del Sempione (2005 metri) e iniziamo
a scendere verso Brig. Lungo la discesa vediamo le segnalazioni per un campeggio a
Rosswald e decidiamo di fermarci. Non facciamo in tempo a montare la tenda che ci
acchiorbiamo subito per un'oretta; ci risvegliamo che è già buio; mi ricordo che
devo lasciare i documenti al padrone del campeggio per la registrazione; glieli
porgo e lui, con fare molto italico, mi fa capire che preferisce non fare ricevute...
incredibile, ci cade il mito dello svizzero preciso e rispettoso della legge!!
Senza sudarsi troppo ci invoglia ad accettare la sua proposta facendoci un euro
di sconto... noi abbozziamo e andiamo a fare la doccia; ops... ci vuole un
franco per l'acqua calda che, ovviamente, noi non abbiamo; così ce li
facciamo dare un paio; ci dà un franco (valore 1.400 Lire circa) per un euro
(valore quasi 2000 Lire). Buoni affaristi 'sti svizzeri... Dopo la doccia siamo
pronti per una puntatina a Brig.
Puntualmente, come ogni anno, ritroviamo il Rodano; questa volta è ancora un
piccolo fiume, anche se già abbastanza "arrabbiato". La notte di Brig è
inaspettatamente viva; nella piazza principale c'è un complesso che intrattiene i
passanti e i clienti di cinque o sei bar-ristoranti. La lingua tedesca non è che
sia il massimo dal punto di vista "musicalità"; tuttavia il gruppo
"tira" e la gente si diverte.
Ciò che ci ha colpito è che, a giudicare dalla musica e dai vestiti,
soprattutto quelli dei ragazzi, sembra di essere capitati in una serata anni '80:
chitarre sfacciatamente distorte, capelloni biondi e lunghi stile "Europe",
jeans stretti, corti, slavati e borchie su cinture di pelle. In questa particolare
cornice ci sediamo ad un tavolo e prendiamo un paio di wurstel con pane e senape
cucinati da due ragazzini sui dodici anni... lavorano proprio tutti 'sti svizzeri!
È circa l'una di notte e il freddo, ma soprattutto la stanchezza tipica del
primo giorno di viaggio, iniziano a farsi sentire; salutiamo la briosa cittadina
e risaliamo verso il nostro campeggio. Notte!
Sveglia verso le dieci; nel campeggino svizzero si dorme proprio da papi...
Facciamo una bella colazione con caffè e latte e pane svizzero.
Al contrario degli anni passati quest'anno siamo un po' allo stato brado,
senza una destinazione precisa né punti fissi; guardando la cartina però
individuiamo tre passi alpini che promettono bene; il Grimselpass, il Sustenpass
e il Furkapass.
Così ci incamminiamo verso il primo dei tre; la mia Pegaso compie i 40.000 km a
Brig... sono in un punto un po' trafficato e purtroppo non posso scattare la
consueta foto di rito... sopravvivrò. Tanto per cambiare fa un gran caldo; iniziamo a salire;
passiamo l'incrocio per il Nufenenpass e ci troviamo a scegliere fra il Grimsel e il Furka;
optiamo per il primo in modo da poter poi proseguire per Interlaken.
Il primo tratto del passo è veramente molto bello anche perché si vede tutta
la vallata, con tanto di ferrovia e trenino a vapore e, dall'altro versante,
la strada che sale verso il Furkapass. Ci sono una miriade di motociclisti; smanettoni, harleysti,
mototuristi con famiglia in sidecar; veramente un bello spettacolo. Dopo un paio di soste arriviamo
al passo; 2165 metri. C'è una bella arietta quassù e ne approfittiamo per mangiarci un panino
di fronte al lago Grimsel. Sono le due del pomeriggio e iniziamo la discesa verso Interlaken;
individuiamo una strada panoramica che passa a nord del lago di Brienz; in riva al lago siamo
a circa 500 metri sul livello del mare... fa un'afa cosmica; così decidiamo
di fermarci per rinfrescarci un po'; bagno!! L'acqua è ovviamente gelida
ma, dopo un po', si convince anche Ale a fare un tuffetto.
Tonificati, ripartiamo alla ricerca di un posticino dove accamparci
(abusivamente) per la notte; passata Interlaken troviamo una ripida stradina che
sale verso le montagne; c'è un cartello di divieto di accesso ma noi,
ostinati, la imbocchiamo e, all'altezza di una piccola casetta sgarrupata,
posteggiamo le moto e proseguiamo a piedi nella speranza di individuare un'improvvisata
piazzola. Dopo un po' ci accorgiamo che un uomo si aggira intorno alle nostre moto; è
il padrone della casetta che pensavamo fosse disabitata...
Un po' preoccupati per l'intrusione in proprietà privata, ci muoviamo verso
le moto per andarcene ma lui non si dimostra affatto scocciato e ci offre lo
spazio intorno alla casetta per piantare la tenda. L'interazione
italo-svizzera non va oltre la gestualità; noi ringraziamo con inchino stile
giapponese; lui ci fa vedere la casetta e ci indica alcune arnie... come per
dire:
- Non girate intorno alla casa che ci sono le api.
Poi salutiamo e... arrivederci e grazie! Soddisfatti per aver rimediato un posticino per la
notte a scrocco montiamo in quattro balletti la tenda, ci diamo una sciacquata nella fonte
accanto alla casetta e ci prepariamo per un'uscita a Interlaken. La cittadina è molto carina,
viva, più turistica di Brig. Abbiamo la bella fortuna di trovare la sagra del paese;
c'è un grande stand, un palco attrezzatissimo con una miriade di strumenti e tanti svizzeri in
attesa di una buona birra che, per altro, producono in loco... purtroppo non ricordo il
nome.
Da buoni toscani cerchiamo subito di capire quale sia il piatto tipico del
luogo; di fronte al menù rimaniamo un po' delusi: le uniche possibilità sono
wurstel o hamburger con le varianti patatine fritte o crauti... Va bè, vada
per l'hamburger (la famosa svizzerina) con patate fitte. C'è da dire che, se la scelta non è un
gran che, la qualità è ottima; buona la carne, buonissima la birra!
In attesa che alla sagra inizino a suonare i "Tornados", vero gruppo
evento da queste parti (ci è parso di capire), facciamo due passi all'esterno
dello stand; ci sono bancarelle di prodotti tipici, di artigianato e l'immancabile
sardo con il cacio pecorino!!! Spettacolo!
Attratti dal suono di un complessino entriamo in un locale piccolissimo dove ci
facciamo un'altra birretta; i musicisti sono davvero in gamba; suonano un tipo
di musica "più internazionale" (Queen, Bob Marley, Prince, funky anni
'70 e '80). Fortissimi, considerando anche il fatto che cantano tutti e
che sono riusciti ad amplificare anche la batteria in quel buco di locale.
Dopo un po', incuriositi dai manifesti e dai depliants, torniamo a vedere l'esibizione
dei Tornados. La gente è entusiasta ma a noi non è che facciano impazzire; sono una sorta di
Pooh svizzeri.
È ora di tornare sulle montagne per riposarci un po'.
Sono le 9. Ottima dormita; ci stropicciamo un po' gli occhi e ci diamo una rinfrescata con della gelida
acqua di fonte; siamo ancora in mutande quando sentiamo arrivare un'auto che
buca nel giardino della casetta dove eravamo accampati. È un'Audi 80 nera con spoiler, adesivi e musica
hip hop a palla. Alla guida c'è un diciottenne, massimo ventenne; ci saluta rapidamente e si mette
ad aggeggiare sul cruscotto. Come prima mossa cambia musica e mette Bob; noi,
incuriositi lo stiamo a guardare. Lui continua a truzzicare con le mani sotto al
volante; in breve capiamo che cosa stia facendo. Dopo un po', soddisfatto,
apre il finestrino e butta fuori la prima boccata di fumo... cominciano presto
'sti svizzeri.
Contento come una Pasqua ci lampeggia e se ne va. Noi, come di consueto, carichiamo le moto e,
dopo un paio di foto a dei lama svizzeri (???) ci incamminiamo verso Interlaken; la passiamo e
costeggiamo il lago di Brienz ma, questa volta, dalla parte sud; una stradina carinissima.
Oggi in programma ci sono ben quattro passi: in ordine il Susten, il Furka, il
Nufenen e il S. Gottardo. Il primo (2224 metri) è molto bello ma, purtroppo, un po' trafficato.
Per la strada troviamo un brutto incidente che ha visto un sidecar cappottare... speriamo
nulla di grave.
Anche il Furka (2431 metri) è molto trafficato; il paesaggio è bellissimo, più brullo degli altri;
la strada è molto stretta e le curve sono da prima seconda.
Abbandoniamo il triangolo di passi (Grimsel, Susten e Furka) e ci dirigiamo
verso il terzo passo della giornata; il Nufenen; finalmente si guida in santa pace; la strada è
bella, larga e, soprattutto non trafficata; le curve sono da seconda terza ed è un vero spasso.
Scendendo dal Nufenen la strada costeggia il Ticino che, ancora, è un piccolo
fiume; attratti dall'idea dell'acqua rinfrescante parcheggiamo le moto;
ebbene si, bagno al fiume; reduci dalla nottata di free camping abbiamo bisogno
di darci una bella lavata... io, come dal manuale della sopravvivenza, mi faccio
la barba al fiume... proprio una bella sensazione.
Ripartiamo e percorriamo la strada che sale verso il passo del S. Gottardo (2108
metri) per poi scendere verso Andermatt. Ormai galvanizzati dalla guida sulle vette alpine
iniziamo a salire verso l'Oberalpass ma inizia a fare tardi e decidiamo di fermarci
in paese a dormire.
Troviamo un bel posticino dove montare la tenda ma un po' troppo in vista... meglio
cercare un'altra piazzola... se ci vedono 'sti svizzeri... Imbocchiamo un'altra stradina
contrassegnata dall'immancabile divieto d'accesso a auto e moto ma, anche questo tentativo
di ricerca non va in porto. Allora ci addentriamo nel paese dove individuiamo dei giardini pubblici in
allestimento; piantiamo la tenda e, soddisfatti, ci prepariamo all'uscita.
Fatti pochi passi realizziamo che, a 100 metri dal nostro accampamento ci sono:
due cartelli ben visibili con il divieto di campeggio (500 Franchi di multa);
una caserma militare e, per finire, la caserma della polizia... speriamo che
'sti svizzeri siano clementi... Ormai la tenda è montata; facciamo cena con del delizioso
formaggio svizzero e andiamo a farci un birrino; bonanotte al secchio.
Sono le 7. Sveglia presto per non suscitare l'interesse delle autorità svizzere. Ma, alle 7 e 10, i cadetti
svizzeri sono già davanti alla nostra tenda a fare esercizi ginnici.
Come se niente fosse io e Ale facciamo i bagagli e ce ne andiamo sotto lo
sguardo guardingo dell'istruttore militare svizzero. Tutto è bene ciò che finisce bene...
Colazione al barrettino svizzero con utilizzo della toilette e via, verso l'Oberalppass
(2044 metri). Attraverso il bellissimo Julierpass (2284 metri), arriviamo a Saint Moritz dove
ci fermiamo a fare un boccone per poi riprendere verso Livigno.
Affrontiamo il bellissimo passo del Bernina (2323 metri) e la Forcola di Livigno
(2315 metri).
Dopo due giorni di free camping cerchiamo un meritato alberghetto ma Livigno è
stracarica di gente; né albergo né campeggio... tutto esaurito.
Sconsolati andiamo per la terza volta di fila alla ricerca di quel famoso
posticino per piantare la tenda. Come prima opzione troviamo una piazzola accanto alla strada
principale invasa da caravan; parliamo con un perugino che è già sul piede di guerra contro le
autorità di Livigno:
- Vedrai... se non c'è posto né in albergo né in campeggio non ci possono dire nulla; io dormo qui!
E che non si azzardino a farmi spostare... dormite anche voi, noi siamo dalla vostra parte!
Ringraziamo per la "solidarietà free camping vs autorità" ma decidiamo di non correre
il rischio di smontare la tenda in piena notte. Proseguiamo. Imbuchiamo in una stradina che sale
verso i boschi intorno Livigno. Troviamo un ometto che sta costruendo casa; tutto intorno ha un
pascolo verde e immenso; ci avviciniamo e gli chiediamo se possiamo piantare la tenda per una
notte vista l'impossibilità di trovare un posticino regolare. Traccheggia un po'; cerca di fare
un paio di battute sulla nostra condizione di turisti mal organizzati che lo fanno sentire
simpatico... solo a lui! Poi ci dà il permesso di accamparci sui boschi comunali di Livigno...
non si sa con quale autorità. Lo salutiamo e ci dirigiamo verso il bosco. Strada veramente
pessima... soprattutto per la Kawa di Ale; finalmente troviamo la piazzola che fa per noi. Iniziamo a
montare quand'è che, da lontano, ci sentiamo chiamare dall'omino che
farfuglia qualcosa; credo che non gli andasse bene dove stavamo montando la
tenda... forse era troppo vicina al suo pascolo o qualcosa del genere... lo
ignoriamo.
Ma che bellezza! C'è pure una bella fonte con acqua supergelida; come da
manuale della sopravvivenza ci laviamo e ci facciamo la barba... sempre una bella
sensazione. Poi belli puliti si va per Livigno; cena al "New snack
bar" che, a dispetto del nome, è un bel localino dove si mangia veramente
tipico. Giratella per la cittadina turistica e a nanna.
Bella dormita; siamo proprio riposati; sciacquatella alla "fonte che cava dai sensi"
e in moto; stamani è giorno di lubrificazione catene.
Salutiamo l'ometto che da mattina presto aggeggia intorno casa e andiamo a
fare colazione. Essendo zona franca a Livigno si compra veramente bene; decidiamo di cercarci un
paio di scarpe. Incontriamo un guzzista, Fausto, che decide di venire con noi a fare shopping.
È un tipo buffissimo; secco secco, abbronzantissimo e vegetariano... strano, un motociclista
vegetariano e salutista.
Faccimo i nostri acquisti salutiamo il nostro nuovo amico e proseguiamo verso il
passo di Foscagno (2291 metri). Direzione Stelvio, la più alta strada d'Europa
(2758 metri). Purtroppo traffico... e anche un incidente; l'asfalto non è dei migliori e le
curve sono veramente strette; ma, la visione dall'alto di questa strada è
veramente spettacolare!
Arriviamo in cima; ci saranno un centinaio di moto parcheggiate.
Io e Ale apparecchiamo sopra ad un muretto e ci mettiamo a mangiare... mabbene!
Inizia la discesa; lo Stelvio è stato l'ultimo passo del tour; ora si punta
verso la pianura.
Merano, Bolzano e Trento via autostrada. Ci fermiamo a fare una sosta e mi viene
in mente che a Verona ci sta l'Ele, un'amica conosciuta questa estate.
Per la serie "La vita a scrocco" le do un colpo di telefono. Lei è
entusiasta e ci dà la piena disponibilità per dormire.
Direzione Verona.
Passiamo una gran bella serata ad una sagra paesana dove ci ingozziamo bene
bene; poi chitarra e un buon bicchiere di vino. Sono le tre; è l'ora di
andare a nanna nei nostri lettini... finalmente!
Grazie Ele!
Giorno del rientro; sveglia alle otto... bella e comoda dormita. Salutiamo l'Ele che, anche se completamente cotta, trova la forza di farci un caffè... Ritroviamo il caldo che avevamo abbandonato in cima alle alpi... cavolo. Tiriamo veloci, sotto al sole cocente; in breve siamo a Bologna; poi via verso Firenze. Ad Arezzo, due passi da casa, scoppiamo e corriamo dentro ad un autogrill a bere un paio di bottigliette d'acqua. Già che ci siamo ci mettiamo anche a vedere un filmettino su canale cinque... Esausti imbocchiamo la via di casa; mezz'ora e siamo già a Sarteano.